Da dove nasce l’ansia?
Da dove nasce l’ansia?
Spesso ci si pone questa domanda, soprattutto in momenti della vita difficili, dove appunto sembra che anche le piccole cose del quotidiano generino ansia e preoccupazioni.
In realtà la risposta non è univoca: non ci sono stimoli di per sé generatori di ansia. Come ogni sintomo che ciascuno sperimenta, anche quello dell’ansia è unico, specifico per quel determinato soggetto.
Una situazione che può generare ansia in una persona non scatena la stessa reazione in un’altra. Così come la stessa persona presa in momenti di vita diversi può sviluppare ansia per una determinata situazione che fino a pochi mesi prima non generava nessun tipo di preoccupazione.
Cosa fare dunque?
La risposta non è possibile ricercarla solo ed esclusivamente in un ragionamento cosciente.
Il punto non è mettersi a tavolino e ragionare sui possibili motivi che scatenano l’ansia. Molto spesso vengono date risposte superficiali: è in ansia perché è stressato, stanco, lavora troppo. Tutte risposte ragionevoli ma piuttosto superficiali e che non vanno al cuore del problema.
L’ansia come altri sintomi di disagio psichico, indica un malessere più profondo e che va interrogato. Piuttosto che combatterla e rimuoverla, l’ansia va accolta e interrogata.
Porsi in ascolto della propria ansia significa prima di tutto vedere come dietro a quel sintomo che così tanto disturba la vita, c’è un messaggio più profondo, un messaggio cifrato che proviene dall’inconscio.
Dunque non ci sono cause standard e preconfezionate alla base dell’ansia, ma l’ansia di ciascuno è una questione soggettiva e unica che affonda le radici nell’intreccio fra attualità e storia di ciascuno.
Una cura attraverso un approccio di psicoterapia psicoanalitica può aiutare ad andare al cuore del problema.
Non vengono infatti proposte soluzioni standard e preconfezionate come training di rilassamento, respirazioni profonde, esercizi e compiti per rilassare la mente. Certo sono pratiche che possono aiutare, ma che sono di supporto: non vanno alla radice del problema, non curano, non permettono di trasformare la vita e di permettere a un soggetto di liberarsi definitivamente dalla propria ansia.
Per poter realmente cambiare la propria vita radicalmente, e dunque anche il proprio rapporto con l’ansia, è necessario un lavoro che va in profondità, che interroga le radici più profonde che hanno generato l’ansia. È un percorso che richiede tempo e pazienza ma che permette un cambiamento più duraturo e stabile.
Quello infatti che si vede nelle terapie brevi, atte solo a rimuovere il sintomo, è che generano un benessere solo temporaneo e che basta una nuova situazione ansiogena per riattivare i vecchi schemi. Nulla è cambiato e dunque il soggetto si ritrova preso da una spirale che gira su stessa.
Ritengo importante invece che si interroghi in maniera più profonda l’origine dell’ansia, da dove nasce, per poter generare un cambiamento più profondo e duraturo della vita.
L’ansia allora diventa un messaggio cifrato che parla una lingua enigmatica e che può essere interrogato e accolto in un percorso di psicoterapia psicoanalitica che tratta i sintomi come portatori di una verità profonda e inconscia, unica per ciascun soggetto.
Da dove nasce l’ansia, dunque?
La risposta è unica per ciascun individuo e ciascuno è chiamato a interrogare la propria ansia, a darle un posto, iniziandola a vedere non come un nemico da combattere ma piuttosto come un segnale a cui va dato ascolto. Il proprio inconscio segnala che c’è qualcosa che non va, c’è qualcosa da andare a vedere più nel profondo.
Lavorare sull’ansia in modo più approfondito permette una trasformazione della vita duratura in cui il soggetto non si accontenta più di liberarsi temporaneamente dall’ansia attraverso tecniche di rilassamento o di ragionamenti coscienti, ma decide di andare più a fondo nel proprio malessere per poter vivere una vita maggiormente libera e generativa.