Mamme e mancanza di sonno
L’inizio della vita con un neonato può essere segnata da questa importante problematica: la deprivazione del sonno dei genitori, e in particolare delle mamme.
Nei primi mesi di vita di un bambino, il suo ritmo sonno-veglia può essere totalmente sfasato e comunque è caratterizzato da cicli di sonno molto brevi. Dunque il bambino, quando le cose vanno sufficientemente bene, può risvegliarsi circa ogni 2-3 ore. Alla fasi di sonno ci sono quelle di veglia dove il bambino va nutrito con allattamento al seno o il latte da biberon.
Le difficoltà nel dormire e i risvegli frequenti possono caratterizzare la vita di un neonato ben oltre la fase dello svezzamento e ci sono bambini in cui si riscontrano cicli di sonno piuttosto brevi e frequenti risvegli notturni anche in età avanzata, fino ai 4-5 anni.
Questo comporta un completo stravolgimento dei ritmi sonno-veglia dei genitori, generando un peggioramento della qualità di vita.
Vediamo più da vicino cosa succede.
Mi focalizzerò sulle mamme, ma questo può accadere ai papà o comunque al genitore che si occupa maggiormente del figlio durante i risvegli notturni e nella fase di addormentamento.
La mancanza di sonno può generare tutta una serie di vissuti che spesso sfuggono al controllo e che possono generare sentimenti di tristezza e inadeguatezza. Tra questi vissuti troviamo:
- Eccesso di rabbia e nervosismo
- Risposte aggressive verso il partner soprattutto se si pensa che sia meno coinvolto nei risvegli notturni e che quindi dorma di più
- Rabbia se il bambino non riesce a seguire un ritmo sonno-veglia prevedibile
- Eccesso di rigidità se non vengono rispettati certi schemi in riferimento al sonno del bambino
- Stanchezza e fatica nel fare anche le piccole cose quotidiane
- Difficoltà a prendersi cura di se stesse
- Nervosismo rispetto al pianto del bambino soprattutto se avviene di notte con eccessiva frequenza
- Confusione, difficoltà a concentrarsi, eccesso di distrazione.
La mancanza di sonno prolungata può debilitare il corpo, far sentire le mamme in uno stato perenne di confusione, fatica e torpore. Tutto questo stato del corpo è accompagnato da vissuti di rabbia e nervosismo che possono esplodere all’improvviso.
Cosa fare dunque?
Intanto è importante che ogni mamma non si giudichi per la rabbia, il nervosismo e la difficoltà che può provare nel far fronte ai continui risvegli notturni del proprio bambino.
È assolutamente normale irritarsi e sentire la necessità di fare una pausa. Per questo è importate prendersi un tempo per se stesse e imparare a delegare in certi momenti in cui ci si sente completamente esauste.
Ci sono degli accorgimenti per migliorare la situazione?
Ciascuna mamma può trovare il proprio modo per far fronte alla fase di deprivazione del sonno. Ognuna è chiamata a trovare la propria soluzione cercando, laddove è possibile, di chiedere maggiormente aiuto. Molto spesso la mancanza di sonno delle mamme è un problema sottovalutato e liquidato come una normale fase della vita.
Tuttavia quando la mancanza di sonno si prolunga eccessivamente e la mamma ha poco modo di recuperare il sonno perso, questo può comportare un aumento dei vissuti di rabbia e nervosismo da un parte, tristezza e ansia dall’altra.
Quindi la mancanza di sonno non è una problematica da trascurare ma al contrario a cui fare fronte. Ecco alcuni piccoli accorgimenti:
- Se può aiutare allattare o dare il biberon da sdraiata in modo da non alzarsi continuamente la notte
- Chiedere aiuto al partner, magari appunto organizzando dei “turni di notte” in modo che ogni mamma abbia un tempo per riposare
- Importante abituare il bambino a farsi consolare e nutrire da entrambe le figure mamma e papà, in modo che la gestione notturna non sia a carico di un solo genitore
- Durante la giornata farsi aiutare anche da altre figure di supporto come i nonni ad esempio, in modo che ciascuna mamma abbia del tempo da dedicare a se stessa o anche solo per riposare e per affrontare la notte con maggior energia
- Se i vissuti di rabbia, nervosismo, ansia o tristezza aumentano, è bene rivolgersi a uno specialista
Decidere di iniziare un percorso di psicoterapia psicoanalitica proprio durante la propria esperienza di maternità, può essere utile perché può aiutare ciascuna mamma a far fronte a quei sentimenti così contrastanti come la rabbia, la tristezza, il nervosismo, la frustrazione, l’ansia che possono insorgere quando ci si prende cura dei propri figli e che a volte possono essere generati da condizioni oggettive e strutturali come ad esempio la mancanza di sonno.
Avere uno spazio proprio dove poter parlare di questi vissuti, aiuta la mamma a prendersi del tempo per se stessa e a prendersi cura di se stessa, e già solo questo è un primo passo per poter affrontare le difficoltà insite nel diventare mamme.