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Maternità e consigli non richiesti

Molte mamme che mi trovo ad ascoltare, hanno pensieri negativi su se stesse. Non si sentono mai sufficientemente brave, mai pronte e preparate, mai a posto. Si sentono mamme imperfette, mancanti.

Come si fa? Questo è spesso l’interrogativo che si pongono seguito da un secondo interrogativo. Come fanno le altre?

C’è sempre questa idealizzazione delle altre mamme, ritenute più brave.

Il vedere questo eccesso di svalutazione di sé in molte madri di cui ascolto le vite, mi ha portato molto a riflettere su questo tema.

Come mai le mamme oggi si sentono così fragili, insicure, cosa le porta a sentirsi spesso così inadeguate nei confronti dei loro figli?

Condividerò alcune riflessioni a riguardo.

In primis c’è una tendenza a mitizzare eccessivamente l’esperienza della maternità che rischia di diventare un luogo di prestazione, dove ciascuna mamma sente forte la pressione di dover essere “una brava mamma”.

Ogni dove sorgono blog, pagine, professionisti che dispensano consigli, libri, tecniche, training, formazione su come essere un bravo genitore, far dormire il proprio bambino, fare il giusto massaggio, comprare il prodotto di qualità, svezzare in maniera ottimale, fare giochi stimolanti e istruttivi.

Tutti messaggi che vanno nella direzione di una certa performance e che fanno dell’esperienza della maternità e in generale della genitorialità, una prova da sostenere in modo perfetto e senza sbavature.

Per cui molte mamme i cui figli mangiano poco o dormono niente possono sentirsi totalmente delle fallite, e questo sentimento spesso aumenta confrontandosi con altre mamme. Non sempre infatti c’è una condivisione genuina e autentica di quello che ciascuna mamma sperimenta nel quotidiano.

Sempre nella logica della performance e di apparire perfette, le mamme tra loro sembrano fare a gara a chi è più brava e chi ha il figlio più equilibrato. Anche tra mamme partono i consigli non richiesti che fanno sentire la mamma che riceve questa pioggia di suggerimenti, spesso ancora più sola e inadeguata.

 Spesso gli stessi mariti o compagni così come la famiglia d’origine rischia di aumentare questo vortice di consigli non richiesti e suggerimenti che diventano dei veri e propri imperativi.

Questo mare di parole che veicolano modelli di perfezione spesso eccessivamente rigidi e sterili, rischiano di ingabbiare la mamma in una sorta di immagine del genitore perfetto che sente sempre più distante da sé.

Credo sia molto importante aiutare le mamme a sganciarsi da modelli precostituiti e pronti in cui viene detto loro cosa fare e come farlo nella maniera più corretta possibile.

Piuttosto credo che sia importante aiutare ogni madre a mettersi in ascolto di se stessa e non solo del proprio figlio, cercando di accogliere anche quegli stati emotivi più difficili da affrontare. La paura, la stanchezza, l’inadeguatezza, il desiderio di fuga, la voglia di staccare un attimo e prendersi del tempo per se stesse.

Soprattutto credo sia importante aiutare le mamme a mettersi in ascolto dei consigli non richiesti senza prenderli come dogmi e senza viverli come degli attacchi a se stesse, come dei modelli rigidi da seguire a tutti costi.

Piuttosto prenderli come spunti, come informazioni che possono avere anche una certa utilità ma che non dicono nulla di se stesse né tantomeno del loro essere mamme. Dunque avere o meno un figlio che mangia o dorme non fa di ciascuna mamma una brava mamma.

Ci sono molte variabili in gioco nella vita e nello sviluppo di un neonato, e spesso si attraversano fasi che cambiano anche molto repentinamente.

Quindi è necessario aiutare le mamme a liberarsi dai modelli di presunta perfezione e piuttosto lavorare a piccoli passi nell’esperienza della maternità, sempre aperte al nuovo, guardando ai propri figli come ai custodi di un mistero.

Non è mai possibile prevedere quello che accadrà, nella vita in generale ma ancora di più nella cura e nella crescita di un figlio.

Quella della maternità è un’esperienza che può spaventare in quanto al suo interno contiene un alto grado di imprevedibilità ma proprio questo la rende un’esperienza affascinante e in continuo divenire. 

Ciascuna mamma a mano a mano che conosce il proprio bambino, imparerà sempre qualcosa di più su di lui, sempre però tenendo conto che nuove cose accadranno e che non c’è nessun manuale di istruzioni a riguardo.

La fragilità e un certo senso di impreparazione in realtà è qualcosa che ogni mamma deve conservare e custodire dentro di sé. Non sono aspetti che vanno combattuti o colmati ma tutto al contrario.

Non sentirsi mai una mamma sufficientemente preparata, fa di quella mamma un soggetto che sa mettersi maggiormente in ascolto del proprio figlio proprio perché non parte da un sapere precostituito e dunque è più aperta a vedere quello che sta accadendo in quel momento specifico.

Regalare la propria mancanza ai propri figli è uno dei più bei regali che si può fare loro.